martedì 24 giugno 2008

Irlanda, parte seconda

Alla fine della prima giornata di lavori, anche i prof si concedono una pausa.
Girando per Galway per cercare un posto dove mangiare (qua mangiano prestino, alle 21:30 cucine chiuse, ma birra a fiumi) era possibile trovare qualche "scienziato" in pieno relax. Ne ho beccato uno, spagnolo, peraltro molto simpatico, totalmente in botta dopo la terza Guinness. Prima di uscire dal pub mi ha salutato con una pacca sulla spalla ed un sorriso profondamente beota che non lasciavano scampo (essendo io il signor nessuno fra questa gente, si fa presto a concludere che solo da ubriaca 'sta gente ti si avvicina).
La chiusura precoce delle cucine in Irlanda pero' mi stupisce, se si considera che la citta' sia ancora piena di gente che gira e, dato il parallelo, quassu' faccia davvero buio solo dopo la mezzanotte. Ad ogni modo, e' interessante notare come una certa italianita' culinaria sia rintracciabile ovunque: e' molto facile trovare piatti che imitano specialita' o gusti italiani, ma forse questo e' dovuto al fatto che non conosco i tipici piatti degli altri paesi e forse si potrebbe applicare lo stesso discorso anche per loro.
L'Irlanda non mi sta risparmiando le sue peculiarita': tempo perennemente grigio, con vento e pioggia (il che giustifica perche' siano sempre ubriachi), verde illimitato ovunque caschi lo sguardo(e te credo!), carne dal gusto sopraffino (scegliete un taglio qualsiasi), patate di un sapore dimenticato (il vostro sorriso e' disgustoso) e birra piuttosto buona (dopo che ieri mi sono sparato una chiara ed una guinness rimango del partito della birra praghese, ma stasera voglio dare un'altra possibilita' a quella irlandase!).
Per quanto riguarda le ultime impressioni sulla conferenza sulla ficologia applicata (e basta ridere, che diamine!), non posso fare a meno di notare un aspetto deprimente eppure forse davvero inevitabile. La scienza e' maledettamente legata alla moda. Il bio-idrogeno andava di moda 5-6 anni fa. Dopo di che', e' arrivato il momento del bio-diesel. Mi chiedo cosa ci sara' in futuro: bio-etanolo? Bio-metano? Essendo il mio argomento incredibilmente passato di moda, sono andato a porre qualche domanda a ricercatori che sapevo essere stati interessati a questo argomento in passato per sapere se davvero l'avevano data su', come direbbero a Bologna. Manco per niente! L'hanno messa da parte e ci continuano a lavoricchiare, solo che non riportano piu' i loro dati e seguono la scia del momento (il bio-diesel, appunto).
Mi chiedo quale diavolo possa essere il vantaggio nel frenare cosi' palesemente un campo di ricerca quando ti rendi conto che non ne sai abbastanza. Perche' lasciar perdere tutto per montare sul treno che sembra andare piu' veloce (sapendo che come al solito si fermera' anche lui dopo qualche metro?).
La risposta e' sempre la solita: no pay, no way. I soldi dominano la ricerca come tutti gli altri settori della vita umana. Anzi, costando la ricerca parecchi soldi, si porta avanti solo quel processo che dara' i maggiori risultati nel minor tempo. E' un ragionamento in fin dei conti accettabile.
Ad ogni modo, rimango d'accordo con Einstein quando affermava che impossibile e' quel processo che tutti credono tale fino a che arriva uno che non lo sapeva e dimostra che non lo era.

2 commenti:

Piota ha detto...

Beh, ma non eri quello a cui la birra faceva schifo?!?! Adesso ti metti pure a dibattere se sia meglio quella praghese o quella irlandese... :) hi hi hi
Ad ogni modo ti invidio... come credo ti invidino tutti quelli che stanno cuocendo a vapore qui, in questi giorni. Due giorni fa' c'erano 36°C con il 70% di umidità.... e i ravioli al vapore sono belli che pronti (~_~)

Per quanto riguarda la "moda scientifica" sai come la penso. E so come ti devi sentire a vedere che il tuo lavoro fa già parte di quella storia che si vuole dimenticare. Nonostante ancora ci siano milioni di aspetti da capire. Potenzialità da sfruttare... e inevitabilmente, soldi da spendere. Guarda il progetto idrogeno II. Come andrà a finire? Si trosformerà nel progetto BIODIEL I.
C'è stato un italiano geniale (del quale non ti saprei dire il nome) che riusciva, nel dopoguerra, quando non c'era niente, a sintetizzare plastiche partendo da fermentazioni non meglio precisate (me lo disse Fava, ma ho rimosso). Sai che fine ha fatto questo processo? Dimenticato. Nonostante riuscisse a produrre una plastica migliore di quella fatta ad oggi con il Mais. Ma tanto c'è il petrolio. Scommettiamo che quando avremo l'acqua alla gola, tutte le tecnologie "dimenticate" torneranno alla ribalta? L'uomo ha bisogno di questo. Di arrivare ad un passo dal baratro. Non capisco come abbiamo fatto ad evolverci. Siamo la specie meno reattiva agli stimoli esterni.
Quindi vedi di farti venire la voglia di lavorare sul biodiesel, spogliati di ogni tipo di passione "personale" e limitati ad eseguire. Anzi, se sei in cerca di un successo personale, devi imparare a seguirle le mode ed in un certo modo a prevederle. MARKETING! A quanto ho potuto vedere, con mia somma tristezza, questo mondo funziona proprio così. Altrimenti, lascia perdere tutto, fai tesoro delle esperienze che hai fatto in questi anni e vattene all'estero a cercare un impiego in una grande azienda.

Dktr Jpn ha detto...

I miei commenti sulla birra sono da considerarsi da puro-non-intenditore. Ad ogni modo, esperti del settore (qui presenti) concordano sulle mie affermazioni anche in termini di numeri: la prima e' quella ceca, poi quella tedesca, poi quella irlandese.

Cmq, capisco il marketing ma qui credo si tratti ugualmente di soldi:sviluppi una competenza,la metti da parte per 10 anni e la dimentichi:perdi le strutture, i concetti e cosi' via. Insomma perdi soldi! E poi ci torni su' perche' ne hai bisogno. Perdi molti piu' soldi di quelli che credevi di fare o risparmiare seguendo la moda!
I maggiori esperti del BIODIEL qui in Ireland dicono che farlo non e' economico e bisogna tornare in laboratorio per diversi anni. And so? Perche' non rimanere a fare il poco economico idrogeno? Anche considerando la triste realta' che con questo prezzo del petrolio, anche fare idrogeno non e' piu' cosi' poco economico.