martedì 10 giugno 2008

Campino in musica

Venerdì e Sabato scorsi (6-7 Giugno 2008) si è tenuta la settima edizione (se non sbaglio) del Saggio di Fine anno del Corso di canto di Alessandro Bozzi, in via Caccini a Firenze. Su di un piccolo palco perfettamente “arredato”, nel giro di due giorni si sono esibite più di 30 persone.

Come ogni anno, il momento del saggio di canto è una fase toccante. Si realizza all'improvviso che siamo nuovamente a Giugno, che un altro anno è volato via e ci si deve nuovamente fermare per tirare qualche conto. Soprattutto per fare mente locale su ciò che si deve fare per evitare brutte figure.

Alle prove generali incontri facce conosciute, sorridenti e un po' nervose per il nuovo test al proprio coraggio, e facce spaurite e bianche di chi si sta rendendo conto di aver fatto una cazzata: sono quelli del primo anno. Le prove generali, a dispetto di quanto si possa pensare, sono peggiori della serata del saggio. Luci al neon sono accese impietose su tutta la sala e chi monta sul palco vede benissimo chi gli siede davanti, cioè almeno una ventina di persone che sono lì per cantare ed il cui livello tecnico è in genere più elevato di quello che troveranno la sera del saggio. Il bello di questa fase è che la tensione finisce per fare da legante fra le persone in sala, tutti sulla stessa barca. Non c'è alcuna competizione fra i cantanti e questo è esclusivo merito di Alessandro, il quale ha questa naturale predisposizione per cui farebbe sentire a suo agio anche un condannato a morte (sensazione, tra l'altro, che ricordo non lontana dalla mia prima esibizione anni fa). Nella sala c'è un'amalgama fatta di ogni sensazione, un calderone in cui lasciarsi andare per abbassare la tensione. Capita spesso che finisci per canticchiare le canzoni degli altri, magari una che ti piace tanto e che porta un altro, ma mai la tua. Che poi i cantanti si incontrano solo per i saggi, mica è gente che lavora insieme. Per cui le persone non hanno il loro nome e cognome come nel mondo civile là fuori, ma hanno il nome del cantante o della canzone degli anni precedenti “Oh, guarda chi c'è! Alanis Morisette di due anni fa! Che fa quest'anno?”. E dire che il corso è composto da persone di ogni età, è un miscuglio di situazioni umane assolutamente eterogeneo. È uno spaccato della società, preso in un momento irripetibile: tutti tesi a cantare se stessi, a fare mostra di sé su un palco, contemporaneamente, come mai ci accadrebbe di fare così coralmente se ci incontrassimo per strada. Magari neanche ci saluteremmo. Invece siamo lì, a remare nella stessa direzione.

E poi, la sera del saggio. Gente tesa e nervosa che cammina su e giù in attesa del suo momento. Gente col mal di gola, gente ipocondriaca che soffre di mali sconosciuti alla medicina occidentale. Agli angoli della sala, spaccio di Golia Active Plus. La sala è moderatamente gremita dagli invitati (ognuno invita quanta gente vuole, non c'è biglietto d'entrata né modo per sapere se ci saranno 500 persone o 50). Nella due giorni di quest'anno, sul palco fa sfoggio di sé una comitiva di 5 super-bambini che non hanno mai conosciuto la vergogna (e neanche la paura, benedetta infanzia). Cantano un pezzo ciascuno mentre a turno gli altri fanno i balletti ed il coro. Il loro innesto dà una svolta alla serata. Una di loro, quasi sicuramente una nana di 45 anni, è così disinibita nel cantare, fare i cori ed i balletti, così navigata e rotta alle tensioni del palcoscenico che qualcuno sospetta sia anche madre di almeno una delle altre bambine (portata sul palco perchè, come risaputo, una baby sitter nei week-end costa un occhio della testa). Standing ovations si alternano ad applausi morigerati. Per quelli del primo anno è “il saggio del coraggio”: alla peggio, devi solo trovare la forza di montare sul palco. Tutto il resto è ininfluente. Nei primi anni, chi faceva il corso era obbligato (da una clausola in piccolo che sembrava una macchia) a partecipare al saggio di fine anno. Con gli anni, Alessandro deve aver trovato la luce del buddismo, perché la gente è diventata libera di scegliere (e dire che si dice che invecchiando si diventa conservatori...). Tutto fila liscio ed alla fine del pezzo, ogni cantante scende magari sudato e stanco, ma con un sorriso rilassato sulle labbra. A conclusione di ognuna delle due sere, si esibisce il coro “D'Altro Canto”, tenuto ovviamente da Alessandro, il quale fa 4 pezzi conclusivi a chiosare l'impegno annuale non solo del corso.
Menzione speciale, anche quest'anno, per il coupe de theatre di Bruno Lauzi, alias il babbo della Serena- una cantante del coro- che entra in sala proprio mentre il coro si sta esibendo e la Serena è in pieno assolo. Bruno indica con ampie sbracciate alla claque di 60enni con lui la figlia sul palco, mostrando evidente vanto. Non appena finisce il pezzo ed Alessandro presenta i cantanti, al nome di Serena, Bruno mette le mani a conca e grida "BRAVAAA!". Dopo di che, lancia in resta, se ne va da dove è venuto insieme ai suoi condottieri, senza salutare neanche la figlia. Un mito. Per chi non fosse a conoscenza delle sue gesta, rimane ancora nei nostri cuori l'immagine di Bruno e moglie che arrivano al saggio del terzo anno, allestito all'aperto, i quali si siedono placidamente in prima fila non curanti del bigliettino sulla sedia recante la prenotazione di un altro cantante.

Unica nota negativa, l'intervento congiunto di Guardia di Finanza, NAS e Carabienieri della Squadra Mobile che hanno messo ai domiciliari molti dei cantanti di sabato sera, trovati positivi all'anti-doping per eccesso di menta nel loro alito. Il corpo del reato, un pacchetto di Golia Active Plus, è stato ritrovato in un cassonetto vicino...

2 commenti:

ale ha detto...

troppo forte... bhe come sempre resto dell'idea che di "alberto" al mondo ce ne vorrebbero uno x famiglia!... anche se va precisato che ti vedo solo una volta la settimana e che forse mi capita di "lavorare" con una delle parti migliori di te... ehehehheeh!!!! nel tuo scritto manca solo da precisare la mia fortuna, sfacciata direi, di trovare persone belle con cui condividere la cosa a me più cara... la musica! e anche quest'anno è grande la soddisfazione... oltre ad essere bravi (un po' rompicoglioni - vedi "a me pochi effetti" "a me di più" "non mi sento" o meglio "ma come mai non mi sento?" - e tutti!?!? - ma questo sta nel gioco!), come sempre, mi avete dimostrato un affetto che va ben oltre le mie aspettative... anche quest'anno non c'è stato uno di voi che finito il proprio pezzo non abbia cercato nei miei occhi "rifugio" e approvazione... questo mi stupisce tutte le volte... per me i saggi sono diventati piano piano una cura, nel senso che per quell'ora e mezzo di follia colletiva tutte le paure e le incertezze che ho sul mio futuro di insegnante mi abbandonano... quindi grazie a te che, inutile dire, il saggio lo rendi più prezioso che mai, e grazie a tutti per darmi così tanto...
p.s. non ho trovato nessuna luce tantomeno nel buddismo... chi non fa il saggio è un PUZZONE! ehehehehe!!!
p.p.s. ebbene si... la bambina (alias alexia) è una mia vecchia zia venuta con i figli (anche loro già maturi!) ma tutti affetti da nanismo!
p.p.s. la domenica dopo il saggio... ormai ribattezzata "la domenica di alberto", anche quest'anno è stata ferocemente malinconica... il suo sapore è sempre lo stesso... sa di voglia di tornare al giorno prima... la paura di fare la "cazzata" magicamente si trasforma nel dispiacere di non averla fatta più "grossa"!
un abbraccio forte... caro jypo... che dire... speriamo di fare tante "cazzate" insieme!
ale

Calanta ha detto...

ciao Alberto, sono Joss Stone dell'anno scorso e Katie Melua di quest'anno :) (seee magaaarii).
Ale mi ha detto del tuo blog e devo dire che hai riassunto benissimo le sensazioni del saggio e delle prove! Noi abbiamo fatto il saggio anche ieri qui a Prato ed è stata la stessa banda,però senza la nana padrona del palco!
Ancora complimenti, gran bella voce!
Ciao, L.