martedì 16 ottobre 2007

Disinformatia

La disinformazione dilaga.
A me, quando capita sotto gli occhi, mi fa anche girare le palle.
Leggo sulla Nazione di Domenica scorsa (14 ottobre 2007) un articolo in cinque colonnine della sedicente giornalista Geraldina Fletcher (forse era meglio se faceva la controfigura della Signora in Giallo). Il titolo era pressappoco: Cervelli in fuga? Qui c'è tutto quello che serve.
Parole di Ivano Bertini, un luminare della chimica a capo del CERM, il centro di risonanza magnetica qui a Sesto fiorentino, un centro di tonnellaggio europeo.
Ivano Bertini, riporta l'articolo, è un professore di 67 anni. La giornalista lo bolla come un cervello che non è voluto scappare. LUI! Il capo del CERM che ha 67 anni! Ma vada a cagare! Geraldina, vai a fare la sarta!

L'articolo continuava su questa scia: di cinque colonnine, due riguardavano il gossip applicato al Bertini: il suo rapporto con la religione, le sue vanità, le sue debolezze.

Quando poi l'articolo parlava di ricerca, come il titolo prometteva, allora sì che c'era da ridere. Anzi da piangere. Secondo Bertini qui in Italia c'è tutto quello che serve a fare ricerca. Ad esempio, nel suo CERM c'erano macchinari costosi (ciccio, ci vuole la gente che li sappia usare altrimenti sopra i macchinari costosi ci metti la busta di plastica!). Però si fa fatica a riuscire, in Italia, commentava Geraldina. Me li immagino davanti ad una tazza di thè. Bertini, in quel caso, risponde che gli studenti perdono troppo tempo dietro a fantomatiche riunioni... (ma di che cazzo parla?). E lì, davanti alla divagazione più pura, una giornalista che sia definibile tale, avrebbe dovuto chiedere: prof. Bertini, ma di che parla? Non sa che il precariato in Italia riguarda il 50% del personale interessato? Non sa che per colpa di dinosauri come lei c'è gente di più di 40 anni con figli e famiglia che si fa il culo e non arriva? Non sa che i bandi di concorso per avere un posto fisso sono rari come perle e comunque sono taroccati a monte? Non sa che i bandi di concorso per il rinnovo di contratti annuali o mensili il più delle volte sono scritti direttamente dall'interessato che dovrà essere confermato? Non sa che ci sono generazioni di ricercatori e studiosi già fatti e finiti che non trovano sbocco nel mondo della ricerca e dell'insegnamento universitario perchè il selezionato toglierebbe il posto al selezionatore? E che non esistono metri di giudizio effettivi sul rendimento lavorativo nei centri di ricerca e che questo permette a migliaia di parassiti di portarsi a casa i loro migliaia di euro senza che nessuno gli rompa i coglioni? Non sa che la categoria dei prof. universitari è quella con l'età pensionabile più alta? E che i plotoni di schiavi che si formano nei laboratori, specialmente universitari dove il ricambio è continuo, ha beneficiato a piene mani da quella cacata sonante che è stata la riforma 3+2? Ha mai sentito parlare della strisciante sensazione dell'università dell'obbligo, dove ci sono atmosfere liceali e, sostanzialmente, si permette ad un'altra vagonata di prof. come lei di avere il loro micro-corso universitario che, dopo anni di studi, porterà alla formazione di un nuovo disoccupato, dato che le aziende se ne strasbattono delle università?
Certo che lo sa. Come lo sa anche Geraldina. Perchè se non lo sa lei, allora significa che è una deficiente che crede si possa parlare di cervello in fuga per un arrivato di 67 anni a capo di un centro conosciuto in tutta Europa, facendo finta di dimenticare che il termine è stato coniato da un libro dell'ADI che parlava di gente che aveva la metà dei suoi anni e che il posto non lo trovavano proprio a causa di baroni come lui.
Dovrebbe informarsi, la giornalista. Scoprirebbe che, oltre al caso Schiavi Moderni di Grillo, l'ADI pubblicò anche un seguito a quel libro di successo, Cervelli in Gabbia, che parlava di quelli che hanno scelto di restare qui, con tutte le difficoltà che questo ha comportato.

Questa fa la giornalista. Chi sta al di fuori di questo mondo, non può capire cosa accade. E, in buona fede, magari crede anche a quello che dicono i giornali. "Ma magari non tutti i posti sono uguali e da qualche parte invece di riesce". Come se la generazione di persone che oggi va dai 40 ai 25 fosse una classe di pigri viziati senza voglia di fare nulla.

Non mi ricordo di quale regione del mondo fosse il detto: quando muore un anziano è come se bruciasse una libreria, con riferimento al bagaglio di sapere che questa perdita comporta.
In Italia, queste librerie sono chiuse. Gli anziani non insegnano più nulla. Si tengono tutto per loro e si portano il loro sapere nella tomba, perchè muoiono mentre lavorano.

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