mercoledì 12 settembre 2007

V-generation


Questa del V-day non gli va proprio giù.
Ho letto in rete i commenti di politici ed intellettuali di sinistra (quelli di destra non esistono) sul V-day.

Intanto, riceviamo già la prima sterzata (che è di Gianfranco Fini), il quale aveva iniziato col dire che Grillo le sparava grosse per poi già uscirsene con un "bisogna agire in anticipo: aggredire la cattiva politica dei privilegi e degli sprechi con un risposta netta" finendo per parlare di successo. Il fine politico che è in lui è già venuto a galla.

Tutti a parlare di antipolitica e qualunquismo. Pure intellettuali di sinistra come Michele Serra (che crede che i meetup siano piovuti giù dal cielo e non che siano fatti di persone che si vedono di frequente) o Eugenio Scalfari, il quale parla addirittura di dittatura nascosta sotto fenomeni come quello di sabato. Che tristezza. Queste persone parlano a prescindere. Digeriscono senza aver mangiato. Criticano le tre richieste semplici e di comune buonsenso come se fossero applicate ai dodici apostoli (c'è solo un Giuda, gli altri sono puliti!) e non tanto rivolte ad una situazione stagnante e paradossale.

Tutte queste inutili parole sono spazzate via da una semplice constatazione: questa gente (che parla) ha risolto. Ha risolto il problema della sopravvivenza biologica ed esistenziale. E filosofeggia. Cazzeggia sulle parole. Pirandello diceva: la vita o la si vive o la si scrive.
Questa gente la scrive e basta. Non vive più, non la vede più la realtà. In piazza c'erano italiani, di ogni età, tutti mobilitati attraverso internet ed il passaparola. Gente che con un sabato di sole, all'ultimo finesettimana al mare primo del rientro definitivo al lavoro, al funerale di Pavarotti, alla nazionale, al GP di Monza ha preferito stare ore in coda in piedi sotto il sole per poter firmare.
Gente che ha mandato affanculo il silenzio totale dei media, saltandoli a piè pari: tv, giornali e radio. Sono stati saltati di netto.
In piazza si è ritrovata sicuramente una generazione, quella della gente senza futuro, quella che la casa non la comprerà mai o lo farà pagandola il doppio per darlo a una banca (e affanculo anche il libero mercato), quelli che chissà quale lavoro farò, quelli degli anni e dei soldi sputtanati in una laurea, quella che fa difficoltà a sentire qualcosa come proprio, perchè tutto ti sembra fuori portata.

L'egemonia di questo paese è in mano ad una generazione che sta soffocando non più i propri figli, ma ormai direttamente i propri nipoti.
Bertold Brecht diceva: la morale sì, ma con la pancia piena.

Qualcuno mi spiega questa gente che continua a farcirsi la bocca di parole di che cazzo parla?

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