sabato 22 settembre 2007

Piccolo Grande Maestro Yoda



Da quando la saggezza felina è penetrata fra le mura di hollyvuz, le mie giornate sono scandite da alcuni passi fondamentali.

La notte, mi addormento sempre nelle stesse condizioni: le membra stanche per un'influenza strisciante curata a botte di LadyGrey e miele all'arancia, il ronzio delle zanzare nelle orecchie (che siano stramaledette) e le fusa del piccolo grande maestro Yoda. Non appena spengo la luce, una fotocellula sulla sua fronte innesca una reazione a catena che ha un effetto immediato: Yoda smette di giocare a farsi le unghie con qualsiasi oggetto che trova (e che, possibilmente, sia di un certo valore) e si getta a corpo morto fra me e Cristina, emettendo un profondo RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR. Che carino!!! (sento già i vostri strilletti). Sì, è carino. Ma alla sesta notte consecutiva in cui non ti senti neanche tanto bene, il piccolo Yoda potrebbe andare a fare qi gong da un'altra parte. Tra l'altro, se non manifesto repentino interesse, con la sua profonda saggezza si avvicina e comincia ad annusarmi l'occhio che non è schiacciato dal cuscino. Suppongo sia per fare emergere il mio io interiore, ma il solletico che mi procurano i suoi baffi sottili mi infastidisce (certo non quanto le stramaledette zanzare: 190cm di pelle per fare un cazzo di prelievo e loro mi ronzano nell'orecchio! Che si estinguano! Daremo da mangiare alle rane qualcosa di sintetico!).

La mattina, invece, la saggezza risiede nel risveglio. Fresco e scattante. Acquattato sotto il letto (vi immaginerete la polvere che adesso è sparsa su tutte le lenzuola...), punta il ditone del mio piede che esce, ignaro, dal fondo del materasso e lo unghiella a mo' di sfida: "Vile marrano- gli sento urlare- accetta la sfida!".

Infine, la prima cosa che fa, quando entro in casa, è quella di attaccarsi alla mia caviglia e non staccarsi più. E' la mia ombra. Un gatto di (da) compagnia. Se mi allontano senza avvertirlo, sento un miagolio disperato: "Sono solo. Sono molto solo. Molto ma molto solo". Rimanendo in casa tutto il giorno lavorativo, il tardo pomeriggio, sera, notte e mattino presto lo passa incollato a noi. La profonda saggezza si esplica, in tal caso, nel tendere agguati alle manopole dei cassetti, alle buste (uuh... le buste colorate, poi, fanno un rumore...) e nel tirare giù ad uno ad uno tutti panni stesi dallo stendino...

Ammiro la saggezza felina, ma c'è un particolare che mi risulta difficile (ancora): la casa odora profondamente di cibo di gatto.

Eh, ci sono tanti aspetti della sagezza felina che ancora non comprendo, o che il mio stupido occhio non vede (mhm, dev'esser per questo che lo annusa prima di dormire...).
Mi è ancora ignoto, infatti, quale significato si nasconda dietro all'agguato alla propria coda.
La lotta contro il sè?
L'addomesticamento delle proprie tentazioni?
O solo una insistita deficienza?

Attendo l'illuminazione...

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