martedì 18 settembre 2007

Che lo sforzo sia con te

Era da tanto che ne parlavo e volevo provare. Sarei stato pronto? Poi, un giorno, arrivò la chiamata. Era Sandro, mio cognato. Mi disse: "E' possibile". Dopo una settimana di confusione e ripensamenti, eccomi lì. La via era grigia, il sole era scomparso dietro le nuvole e, forse, sarebbe ricomparso nel tardo pomeriggio di quella domenica che Brizzi avrebbe definito bigia.
Non facemmo neanche in tempo a suonare: qualcuno ci vide dalla finestra. "Sei Alberto?".
Guardo in alto, incassandomi fra le spalle: "Ehm, sì". "Mammaaaa, è arrivato". Poi rivolgendosi nuovamente a me: "Entra, il cancellino è aperto". Ci guardiamo attorno con Cristina, nel grigiore e nella pesantezza di quella domenica post pranzo.
Entriamo ed una signora sorridente ci accoglie entusiasta. Non appena entriamo, il suo cane, tenerissimo, ci salta addosso e si mette in posa per farsi accarezzare. Gli facciamo un po' di feste, ma siamo venuti per altro.

Da una stanza laterale, la televisione strilla qualcosa riguardo ad un GP. Un uomo, sprofondato nella sua poltrona, segue passivo l'evento in piena peristalsi.
"Venite, è in cucina". Entriamo con circospezione. C'è un forte odore di profumo per ambienti alla fragola, o a qualcosa di dolce comunque. Quello stesso odore che c'è appena entri in casa Manetti (o almeno, c'era all'epoca dei miei gloriosi anni adolescenziali). Sebbene quell'odore familiare mi dovrebbe tranquillizzare, in realtà la stonatura rispetto all'ambiente sconosciuto mi elettrizza piano piano una certa irritazione.
Irritazione che puntualmente si scioglie non appena lei mi dice "Eccolo, è lui!", porgendomi una palla di pelo grigiastra e tigrata, rintronata anch'essa dal sonno domenicale pomeridiano, sebbene il suo ritmo circadiano credo sia molto, molto diverso dal mio.
Per quel micro-attimo in cui non riesce a capire cosa accade, la palla di pelo grigiastra e tigrata di appena due mesi, lo sguardo storto da recupero da una botta di vodka, mi guarda e, stentato e gracchiante, emette appena un flebile "Miaaaaaaaooo".

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