giovedì 5 novembre 2009

La ri-balta della nuova specie: uno studio dell'Opportunistas negationistas

Un tempo, si diceva che gli unici votanti di Berlusconi fossero gli ignoranti e gli opportunisti. I primi erano metodicamente indottrinati dal potere mediatico, i secondi erano quelli non ascrivibili ai "coglioni" o, per dirla con le parole del pensatore-palazzinaro Ricucci, erano i "furbetti del quartierino" (dal Nuovo Garzanti/Devoto/Oli per la prima volta insieme: "coloro che sfruttano una opportunità di breve respiro credendo erroneamente di aver svoltato per la vita").

E' possibile dire con una certa precisione che ad oggi (Novembre 2009), dopo 15 anni di berlusconismo in continua evoluzione (si pensi solo che nella discesa in campo del 1994 Berlusconi aveva contattato Di Pietro per fargli da Ministro della Giustizia, roba che i sinistrorsi non hanno pensato neanche a partire da due anni dopo, con Prodi), è possibile dire, dicevo, che la fauna italica si sia bio-diversificata, spinta appunto da questo stress evolutivo.

Ad oggi, le macro categorie Servi-Opportunisti sono sempre valide, ma hanno speciato (in linguaggio scientifico, hanno dato origine a specie diverse).

Fra gli Ignoranti, a lato dell'Ignorante ingnorantis, razza pura, dal DNA geneticamente stabile fin dai tempi più remoti, si è sviluppato stabilmente l'Ignorante servus. Quest'ultimo, in realtà ormai da tempo presente sulla piazza, deriva direttamente dal ramo bondiano del credo biscionano. Ne fanno parte coloro che sono in completa adorazione del personaggio Berlusconi. La loro ammirazione risiede non nel come, ma nel cosa: ovvero, chissenefrega di quello che fa, il fatto è che c'è sempre lui, sempre lì. Che uomo! Deve pur valere qualcosa! Ne segue un sussurrato, intestino: Io non sarò mai così. Il resto è storia nota.

Fanno solo erroneamente parte di questa categoria i servi consapevoli, coloro che recitano la parte da servo avendo però in testa un piano ben allocato. In questo caso si parla in Biologia di Evoluzione Convergente, ovvero si scopre che per un determinato contesto-ambiente esterno, una certa soluzione è quella che garantisce maggiori probabilità di sopravvivenza. Quest'ultimo caso di servitù va in realtà ascritto agli Opportunisti puri.

Gli Opportunisti si dividono appunto nei duri e puri (Opportunistas opportunistas) e nella specie relativamente nuova degli Opportunistas negationistas. Dico relativamente in quanto la Storia è piena di casi del genere, non ultima quella italiana. Ma la prepotente ribalta di questa categoria ha radici recenti, dovuta proprio a quest'ultimo giro di vite del berlusconismo ("L'etat c'est moi"; "Viva l'Itaglia, viva Berlusconi"). Il negazionista, per quanto a prima vista appartenente ad una categoria a sè, in realtà fa parte degli Opportunisti. Oltre al caso evidente di negare per pubblico tornaconto (penso e parlo: Ghedini, Ferrara o ogni politico del centrodestra e/o centrosinistramanontroppoperl'amordiddio), tocca anche sfere minori di cittadini comuni, i quali di pubblico non hanno niente, se non la loro normale e banalissima vita. Come è possibile giungere a questo fenomeno?

E' altamente probabile che il loro negare poggi i piedi in una incapacità di accettare la loro condizione. Non riuscendo a sopportare il peso di ciò che vedono attorno a loro (una civilità decadente e priva di valori) la negano fortemente, arrivando a combattere con "sincerità" chi continua a puntare il dito. Le definizioni "moralista" e "giustizialista" sollevano spiritualmente questi individui, donando un sostegno dialettico alle loro ansie. Similmente lo fanno le evoluzioni logico-grammatiche di un Feltri come di un Bel(?)pietro. Il feedback generato da questa lotta è per loro certamente positivo, in quanto dà dei nuovi valori a persone che non sanno più che fare di quelli vecchi passati in evidente disuso (spesso pure "buoni", nel senso della sostenibilità sociale di tali valori). Il feedback negativo, antecedente e il più delle volte mascherato alle loro coscienze, è che loro stessi hanno indotto con i loro atti (in primis una prepotente ed arresa indifferenza) l'instaurarsi ed il consolidarsi di tale imbarbarimento sociale.

Mentre per le altre specie il debellamento è semplice e relativamente breve (non appena morto Berlusconi cadranno tutti dal pero. I primi a farlo, con un certo vantaggio, saranno ovviamente gli Opportunisti puri), la risoluzione del fenomeno negazionista è lunga e difficile. Questi, venendo meno il loro nuovo sostegno esistenziale, rimangono smarriti e persi per la seconda volta. Fisiologicamente questo genererà in loro un imbastardimento molto forte, che li porterà a sostenere ancora con più forza le loro idee ormai drammaticamente fuori moda. Finiranno ancora più chiusi ed imbronciati, fedeli ad un periodo lontano dal tempo (e per questo ancora più sicuro da eventuali critiche oggettive: che ne sai tu, non c'eri). Nel caso di riprese sociali titubanti (frequenti a seguito di dittature del calibro berlusconiano), i negazionisti possono essere pericolosi. Se accedono nelle stanze dei bottoni (anche in quelle con un bottone solo), con la loro sicurezza possono arrivare ad influenzare "quelli che non c'erano", instillando il virus della negazione o almeno il suo dubbio. Per una più ampia casistica in merito, si consiglia una ricerca più approfondita sui negazionisti della Shoah.

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