giovedì 12 febbraio 2009

Operationen AIN SVAIN CRUCCOLANDIEN

Beh, è fatta. Sono in Germania.
Nello specifico, mi trovo nelle lande desolate del nord-ovest (addossato a Francia, Olanda, Belgio). Perchè sono qui? Per ricercare.

Credo di aver atteso l'arrivo di un momento come questo da anni. Da quando ho iniziato a lavorare, ancora di più. Nella mia testa, è sempre risuonato un ritornello jovanottiano: "Butta la palla di là".

L'arrivo è stato freddo, nel senso metereologico. Solitamente, la mattina il cielo è aperto, si vede anche un po' di azzurro (ma pensa...). Poi, nel pomeriggio il grigio domina ed inizia a piovere. Quando esco la sera da qui dentro, nevica (stamani, il tempo è stato più onesto: nevicava fin dalla mattina. Non oso immaginare stasera...).
Al contrario del tempo e dei luoghi comuni (che sto abbattendo a chili, anche per quanto riguarda gli italiani) i tedeschi sono estremamente cordiali ed ospitali (chiunque pensi che però io vengo a spendere e non a chiedere soldi è semplicemente pietoso). Le case viste da fuori sono grigie, ed anche gli edifici pubblici sono abbastanza fatiscenti, da fuori. Fanno molto socialismo allo stato puro. Tutto piatto. Ma dentro sono accoglienti, confortevoli e, molto più che in Italia, caldi. E non nel senso termico. Sono più umani. Per dire, io amo casa mia, ma quella dove vivo qui è davvero carina, tutte le pareti hanno un tono fra l'arancione ed il giallo, ci sono stelle di cartone appese al soffitto e tutta una serie di ammennicoli che rendono l'ambiente un posto piacevole dove stare. E' esattamente come vorrei una mia (eventuale) casa di proprietà.

A parte questo, e la conferma che i mezzi pubblici sono cari, certo, ma schifosamente esatti, provo un generale senso di stordimento. In questo momento storico, l'Italia è una montagna di caos, gente che si lamenta, facce arrabbiate, strade impossibili e stress incredibile. Alcuni se ne accorgono anche vivendoci dentro. Chi non se ne accorge, dovrebbe andare all'estero per un po', ma non in vacanza, per lavoro come me. Così avrebbe sempre il cervello settato sulla funzione "Lavoro" e si renderebbe conto che quello che da noi è diventato impossibile ed a volte rasenta la filosofia, qui è così scontato che molti possono permettersi di ignorare che esista: semplicemente c'è e funziona. I tedeschi hanno, e questo mi lascia stranito (davvero non ho altro aggettivo) un senso della comunità fortissimo. Fra le prime che imparano, c'è la parola cooperazione. Se uno non viene con la mente un pochino aperta (che gli italiani avrebbero anche, ma se gli prende male non tanto) rischia di avere problemi. Ad esempio, avevo comprato un po' di cibo, nei giorni scorsi, e lo avevo messo nella mia zona del frigo. Il cibo comprendeva il latte (marca Ja!, una specie di Fidel con più gusto). La mattina dopo trovo una delle coinquiline che si abbevera al mio cartone del latte. Panico. Le faccio notare che è il mio. Lei, tedesca, non batte ciglio e mi chiarisce che in casa i generi di prima necessità sono strettamente condivisi e che non importa chi li compra. Nei giorni seguenti, perfettamente in linea con questa mentalità e con quanto ho detto sopra sull'accoglienza, la padrona di casa (Barbara) prepara delle lasagne "vegetariane" per tutti. Ieri sera, per giunta, ha ripreparato la cena per tutti (un risotto nero con non so che), offrendomi della birra fatta qui a Bochum. Meravigliosi...
Il cibo non è un problema, anche se la mia tipica colazione con tazzone di latte e caffè frullati con l'attrezzo dell'Ikea e la tortina alla crema della Coop sono ovviamente un miraggio. Mi sono perfettamente integrato con il tessuto sociale ed ora, appena sveglio, mangio pane-formaggio-prosciutto (in realtà ho comprato una specie di pancetta, ma che cacchio, erano uguali!), innaffiati con un paio di bicchieri di succo d'arancia. Per concludere una banana, che mangio pensoso guardando fuori prima di andare all'Università. A breve, tenterò un timido accenno alle uova!
Sul capitolo caffè, sorvolo. Probabilmente ci scriverò un post apposito. Con ogni probabilità, il mal di testa che mi attanaglia dev'essere una diretta conseguenza della mancanza di caffeina...
Per quanto riguarda Barbara e l'appartamento, ci sono solo femmine: la donna vive con una figlia di 16 anni e due coinquiline (quella che mi beveva il latte- Jessica- ed una che lavora all'ospedale 24 ore su 24, non l'ho mai vista). Anche il cane è femmina (Nina). I suoi peli sono i reali proprietari della casa. La prima notte (senza lenzuola) l'ho passata in un letto fatto sostanzialmente dei suoi peli. Penso ai primi anni nei quali anche Ozazio (l'alano di Lilliput) mi destava preoccupazioni e mi guardo adesso, piuttosto indifferente alla presenza abbastanza ingombrante di un cane che non conosco. In qualità di unico maschio in casa, mi sono posto molte domande: o mi sbattono fuori o anche io divento una donna. Da un certo punto di vista, molto meglio così: si sa che le donne sono sempre molto più elastiche degli uomini. Ad ogni modo non credo che per questo avrò problemi: Barbara è una di quelle donne che vive senza uomini da tempo, lo si evince da molte cose, ed ha quell'affascinante serenità emotiva che rende le donne della sua età solari ed intoccabili. Ha la sua casa, le sue figlie, la sua vita, il suo cane ed un bicchiere di bianco la sera. Sta proprio bene. C'è moltissimo da imparare da persone come lei.

La mia ilarità italiana è ben accetta, ma effettivamente noi siamo una spanna avanti. Abituati da secoli a subire i voleri di lobby disinteressate ai problemi dei più, abbiamo una squisita predisposizione alla satira, al riso, alla comicità: come diceva Pirandello, dietro al lato comico, c'è sempre quello triste e patetico della vita. Ovviamente questo aspetto è inafferrabile per una società in cui tutto va bene. Mi chiedo come scherzassero sul muro di Berlino. Ad ogni modo, sia i ragazzi che le ragazze chiappano abbastanza presto almeno il 60% delle mie battute. In un paio di occasioni, sono riuscito a far ridere anche il prof: nel caso in cui i miei risultati facessero schifo, il concetto dell'italiano buffone sarà purtroppo l'unico che rimarrà!

Per inciso, numerose informazioni mi lasciano pensare di essere l'unico italiano dell'intera Università (circa 30.000 studenti). Probabilmente anche l'unico in città!
Sui luoghi comuni sugli italiani, sui tempi di lavoro del laboratorio e si numerose altre amenità tedesche, vi terrò aggiornato in futuro.

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