mercoledì 23 luglio 2008

La favola del codice IMEI (utili consigli per la protezione del vostro tempo libero)

Come alcuni sapranno, le mie vacanze estive sono state allietate dal furto della mia borsa, contenente ogni tipo di oggetto personale vi possiate immaginare. Fra le perdite peggiori, quella del cellulare; non in quanto nuovo e abbastanza costoso (frutto di un regalo di compleanno), ma perché in esso erano contenute foto della prima metà delle mie vacanze: è un po' come se mi avessero rubato le ferie.

A margine, in questa triste storia, il carosello del rinnovo di tutti i documenti, delle carte bancomat, la denuncia etc. Non vi tedio con l'inefficienza del nostro sistema burocratico in ogni suo aspetto, che immagino avrete già affrontato in casi come questi. La chicca che voglio condividere con voi è solo quella sul codice IMEI del cellulare, il "codice fiscale" dell'apparecchio telefonico.

Per chi non lo sapesse, l'IMEI è un codice che individua il vostro cellulare in modo univoco; insieme con il vostro numero di telefono (a cui è associato il vostro nome quando comprate la scheda) ogni volta che chiamate qualcuno comunicate al ripetitore che vi dà il segnale telefonico sia il numero della scheda che il codice dell'apparecchio. È quindi possibile sapere chi chiama e con cosa. Non solo, ma anche da dove chiama. La tecnologia ad oggi permette infatti di individuare con una precisione di una quindicina di metri l'esatta posizione del cellulare (il sistema ha il solo difetto che non riesce ad individuare l'altezza: se siete su un grattacielo o al piano terra non fa differenza). Immaginate: vi rubano il cellulare; non solo ve lo possono rendere (o alla peggio bloccare), ma potrebbero pure individuare dove si trova e chi ve lo ha rubato.

Purtroppo, la tecnologia dà delle opportunità che non possono essere utilizzate, quando la burocrazia che ne potrebbe usufruire è medievale.

Non appena chiamo la Wind per bloccare il mio numero di telefono, chiedo che venga bloccato anche il cellulare tramite il codice IMEI. Il centro assistenza mi dice: macché!, questa è roba da Carabinieri! Vado dai Carabinieri a fare la denuncia e, per pura curiosità, chiedo: adesso che vi ho detto l'IMEI, come fate a bloccarmi il cellulare? Il maresciallo appena entrato nella stanza mette su la faccia da gufo e dice: ma noi non abbiamo la competenza! Chi le ha detto una cosa del genere?? Il centro Wind, faccio io. Se non fosse stato per gli occhiali, gli occhi sarebbero caduti in terra. Macché!, fa lui, lei deve andare in un centro di rivendita, noi non sappiamo proprio che fare. Beh, penso io, magari c'è una procedura standard: come chiamate la Motorizzazione per rifarmi la patente, magari c'è anche un ufficio con un modulo da compilare per tutte le volte che a uno rubano o perde il cellulare.
Vado allora dal rivenditore di cellulari che la mattina mi aveva rifatto la scheda nuova e, denuncia in mano, chiedo che mi si blocchi 'sto cavolo di IMEI, non fosse altro per dare un dispiacere a quello stronzo che mi ha fracassato il vetro della macchina per prendere la borsa! (e pensare che ero pure accanto ad un cimitero: non ci sono più i ladri di una volta!).

Finalmente, al centro Wind, mi viene svelato l'arcano, con tutti i suoi risvolti biechi ed idioti. Non tutti i centri Wind possono aiutarvi materialmente nel blocco dell'IMEI. Solo alcuni. Quando lo trovate, dovete compilare e mandare (a vostre spese) una raccomandata al centro Wind chiedendo che attraverso le loro schede, quel codice IMEI non possono più essere utilizzato. Dov'è il problema? Che se il ladro ci mette una scheda TIM, la vostra raccomandata è del tutto inutile. Allora che fare? Mandare raccomandate a tutti i gestori telefonici italiani? Sempre ammesso che lo vogliate fare, rompendovi i cosiddetti per trovare quali negozi vi danno questa possibilità, spendendo soldi di benzina, raccomandate e tempo della vostra vita non avrete risolto nulla. Nel momento in cui questo cellulare varca il confine e viene utilizzato con un gestore non italiano, il problema comincia da capo. Che fare, allora, mandare una raccomandata a tutti i gestori del mondo!?

Messo alle corde, chiedo al rivenditore perché diavolo non possa esistere un cazzo di fogliettino uguale per tutte le compagnie che faciliti almeno in Italia il blocco dei cellulari, così magari i ladruncoli che ci sono a giro non fanno quattrini rivendendo il mio cellulare rubato. Tanto, se fosse gente professionista, troverebbero comunque un modo informatico per aggirare il problema, ma almeno il tossicodipendente o lo zingaro in cerca di soldi facili lo prende in tasca! Mica sto chiedendo che ci sia un pannello internazionale di blocco dei codici IMEI o che una pattuglia con l'elicottero plani sopra lo zingaro che mi ha rubato il cellulare!

A quel punto il gestore ci mette il carico da undici e spara nell'aria la sentenza che chiarisce, come dice il tecnico del CNR con cui lavoro, come davvero in Italia ci sia concorrenza solo nella stupidità. Si figuri, parte lui, se la Wind (un privato) va dal governo a chiedere che ci sia una procedura più rapida per il blocco del codice IMEI. Così nel frattempo la Tim o la Vodafone fanno i soldi perchè la procedura non ce l'hanno.

Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia,
e tanto più dolor, che punge a guaio.
[...]
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire.”

Dante,
Canto V,
Inferno

Ecco la realtà, abbastanza ovvia a pensarci, dei fatti: chi se ne frega se il cellulare è rubato. Chi se ne frega delle eventuali intenzioni del ladro. Magari può anche ordire un attacco nucleare, con il mio cellulare. L'importante è che paghi!! Così, in caso rimanesse qualcuno vivo dopo l'attacco, io potrò certificare che almeno non mi apparteneva più: questo è davvero l'unico motivo per denunciare il codice IMEI. Per pararsi il culo! Delle infinite possibilità, dalla riduzione del mercato dei cellulari rubati, alla raccolta del resto della refurtiva (pensate a persone derubate di oggetti di ingente valore), alla cattura (perchè no?, già che ci siamo) del ladro, o anche solo al blocco del cellulare per evitarne l'utilizzo spicciolo (che ci vorrà ad aggiungere un numero nella lista dei numeri che possono chiamare almeno in Italia?), di tutto questo non rimane nulla. Null'altro che pararsi il culo, nel caso questi strumenti vengano realmente utilizzati dalle forze dell'ordine nel caso in cui succedesse qualcosa di enormemente grave.

Del sottobosco di azioni utili mirate a limitare fenomeni quotidiani, ma non per questo meno gravi, non rimane nulla.

Quindi un consiglio dal cuore: se perdete il cellulare, denunciate il codice IMEI ma poi andate al mare!

2 commenti:

Piota ha detto...

Jypo, jypo...... ti compri (o ti fai regalare) il cellularone all'ultimo grido, e non ci sbatti sopra l'antifurto?????
Guarda un po' in questa pagina:

http://www.iochiamo.com/categorie-e-rubriche/applicazioni/mguard-e-guardian-i-software-anti-furto-per-cellulari/

Credo che Guardian sia quello che avrebbe fatto al caso tuo. Vedi un po' se riesci a procurartelo per il futuro....
Per quanto riguarda il discorso dell'IMEI, stai tranquillo che se tu avessi telefonato a qualcuno parlando di attacchi terroristici o similari, ti sarebbero piombati addosso entro una settimana. L'IMEI serve, eccome se serve. Ma non certo a te. Serve a loro.

Dktr Jpn ha detto...

A che serve avere un amico smanettone?Cacchio, potevo dirmelo prima!