domenica 2 dicembre 2007

Razzismo e legalità

Sempre più spesso, mi trovo a sentire frasi razziste dure e pure, di persone che sfogano così la loro paura. Non voglio fare il solito discorso stronzo da votante/politicante di sinistra per cui siamo tutti uguali, non c’è differenza fra me e loro, non si può colpevolizzare chi è straniero e cazzate del genere. Ma non accetto che l’unica altra versione dei fatti sia quella da estrema destra del Bruciamoli tutti perché sono sporchi o perché sono neri/gialli o ancora perché hanno una faccia cattiva (come si dice degli albanesi).
L’albanese che mi costruisce le strade e le case e si fa il mazzo io me lo tengo proprio caro. Perché nessun italiano andrebbe più a fare il suo lavoro. Fino a che una persona lavora onestamente e si suda i suoi soldi, non solo aumenta il tenore sociale della città in cui vive, ma si permette anche una stabilità economica sulla quale potrà poggiare un equilibrio emotivo. Diventerà un normale cittadino, con le sue caratteristiche culturali, ma integrato. Ed anche se ha la faccia brutta, se lavora e fa il suo dovere, non capisco proprio quale sia il problema. Molti italiani che conosco hanno proprio la faccia brutta, eppure nessuno si lamenta.
Lo zingaro che fa il nomade stanziale e che del parassitismo sociale ha fatto una ragione di vita, sarebbe invece da prendere e mandare via. Ma fra lo zingaro che ti ruba a casa e l'albanese che lavora c'è una bella differenza.

Il primo principio secondo cui discernere l’impatto di un individuo all’interno della società è la legalità delle sue azioni. Se uno non rispetta la regole deve essere messo fuori dalla società.
Certi diritti te li devi guadagnare, non è mica tutto dovuto!
Non puoi cacciarlo da nessuna parte? Lo sbatti in galera.
Non ci sono carceri? Le costruisci.

Legalità, non significa essere sporchi o brutti. Significa che se ci sono delle regole, vanno rispettate. Anche le normali regole del buon vivere.

Ma quanti colletti bianchi continuano a rimanere fuori mentre dentro ci finiscono gli ultimi disperati?
La mafia militare sarà anche stata messa in galera, ma la mafia istituzionale non c’è mai finita.

Mi rendo anche conto, però, che in un momento storico come questo, in cui anche l’ultimo portaborse del governo si chiede se un Pubblico Ministero o un Giudice può permettersi di parlare (delegando però sempre e rumorosamente alla Giustizia la tutela dei propri affari tramite querele miliardarie per diffamazione o similari) un appello del genere cada nel vuoto.

Solo 4 anni fa, l’allora capo del governo Berlusconi (con una quantità di processi a carico da far spavento), nel silenzio assordante di tutti i cittadini di questo paese, si permise di dire che i “[…] giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana”(4 Settembre 2003).

Ed ora ci becchiamo Mastella che fa pubblicamente avocare le indagini che riguardano lui e l’attuale capo del governo (Prodi) senza fiatare.
La casta politica ha una faccia sola.

Ed il razzismo, come molte altre soluzioni fai da te, imperversa.

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