giovedì 15 novembre 2007

Libera espressione

Vi riporto un grazioso scambio di vedute avvenuto fra me ed il direttore di VareseNews, un giornale che ho casualmente trovato online, linkandolo direttamente dalla schermata di avvio di iGoogle.
Lo scambio di battute interessava un articolo pubblicato sul loro sito che io ho trovato particolarmente interessante. In realtà (forse anche io in preda all'abuso di caffè o semplicemente affrettato dal fatto che lo leggevo in una pausa dal lavoro) quello che ho letto non era un articolo, ma una lettera al direttore scritta da una persona qualunque (effettivamente, c'è pure scritto in alto...). Ad ogni modo, confondendo lucciole per lanterne, ho mandato una email complimentandomi con loro. Il direttore, a stretto giro di posta, mi ha risposto.

Penso che sia, nel piccolo, indicativo del potere della rete e degli effetti della libera circolazione delle informazioni. Qualcosa che oggi fa ancora parte del rumore di fondo e che non avvertiamo davvero ma ci appare assolutamente normale.

"Gentile Direttore di VareseNews,
sono un dottorando di 27 anni che lavora in un centro di ricerca del CNR a Firenze.

Le scrivo in merito all’articolo Legalizzare la droga di Paolo Senaldi. Premetto che il mio intento non è assolutamente interessato, in quanto non consumo droghe leggere (se si eccettua il caffé due volte al giorno).

Volevo complimentarmi con Lei per l’articolo (e possibilmente anche con il giornalista) perché nella sua brevità ha dato uno sguardo chiaro su uno dei tanti temi abusati in questo paese, quello delle droghe leggere e non.

Le droghe leggere hanno certamente delle ripercussioni biologiche serie, ma il loro peso è certamente relativo rispetto a quelle pesanti, e questo è incontestabile. Chiunque si pone di mezzo a questa differenziazione affermando il contrario o è in malafede o è interessato (oppure ancora è in preda agli effetti postumi all’uso). La facile reperibilità delle droghe pesanti, aumentata a dismisura negli ultimi anni, è allucinante. I benpensanti, come al solito, ne hanno fatto una questione politica: droghe di sinistra e droghe di destra. Tutto ciò è ridicolo. La verità è che questo abuso di politica ci ha fatto venire il mal di stomaco. Ci sono solo gli interessi: chi ci guadagna e chi no. E con le droghe pesanti il guadagno delle mafie è elevato, considerando anche che una fetta considerevole del nostro parlamento ne abusa.

Il giornalismo dovrebbe perseguire il principio di fondo che sembra emergere in quest’articolo: i fatti nudi e crudi, raccontati palesemente. Il re deve essere sempre nudo. Che bella quella battuta di Ed Hutchinson (in arte Humphrey Bogart) ne “L’ultima minaccia”: “E’ la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente!”.

Spero che il vostro giornale sia libero da pressioni ed interessi politici, come pare essere per il 95% dei mezzi di informazione nel nostro paese, permettendovi di scrivere articoli su questa linea anche in futuro.

La ringrazio per l’attenzione.

Cordiali saluti,

Alberto Scoma"

Questa la breve ma sincera risposta:
"Caro dottor Scoma,
quello che Lei classifica come un articolo è semplicemente una lettera al direttore, come la Sua. Evidentemente abbiamo dei lettori, che forse anche grazie al nostro quotidiano lavoro, sono formati e intelligenti ed esprimono pareri di qualità.
Continui a seguirci,
La Redazione"

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