venerdì 7 dicembre 2007

Il gatto sul tetto che scotta

Solo una settimana fa passavo una notte insonne.
Dopo cena il gatto era uscito sui tetti e poco prima di andare a dormire ancora non era tornato. Comincio a girare con i croccantini per tutta la casa, agitandoli a ritmo di Guantanamera.
Per un oretta provo a cercarlo ovunque senza ricevere neanche un miagolìo. Davanti a casa mia, partono una serie di tetti su cui il gatto (di 5 mesi) si avventura per vedere i piccioni. Solitamente li fissa con sguardo ipnotico pronto ad attaccarli (sai che volo di sotto fa…). Stavolta niente… Scomparso.

Vado a dormire lasciandogli la possibilità di rientrare in casa, vedi mai che durante la notte fa il suo giro. Prima, però, scendo in strada per vedere (sempre a ritmo di Guantanamera) se riesco a trovarlo. Sconfitto, mi infilo sotto le coperte dopo 1 ora e mezzo di ricerca.

La scomparsa ingiustificata mi turba. Non che non sia normale che possa accadere, ma... non sono preparato. Dormo con Cristina una notte orrenda. Mi sveglio in continuazione, faccio sogni senza senso (un posto a tempo indeterminato, un Nobel per la Letteratura ed uno per la Scienza, una chiacchierata a 4 con Dio, Jeff Buckley ed Homer Simpson). Al mattino, rimango con gli occhi aperti nel letto constatando l’assenza del gatto. Cristina apre gli occhi (sono le 8 del mattino di sabato) e dice: Non è tornato. Il suo tono di voce assomiglia alla notte che ho passato. Ci troviamo così in pigiama in terrazzo a guardare i tetti.

Cristina prova a chiamarlo. Nulla. Imperterrita, ci riprova. Alla quinta o sesta volta, si comincia a sentire un basso ed intubato latrato. All’inizio mi “sembra” solo di sentirlo. Credo di essere pazzo. Invece il “sembra” si ripete. Viene da un terrazzo sulla destra. Esco dalla veranda (sono in pigiama e moppine a forma di alce) e vado carponi per un breve pezzo sul tetto che si distacca da casa mia.
Per avere un'idea, le moppine sono tipo queste...


Immagine da http://images.ciao.com/
(se volete saperlo, non sono neanche tanto calde...)

Su quel lato della casa, 2 metri e mezzo più in basso, c’è un largo terrazzo isolato dal resto della città che si affaccia davanti alla casa di due anziani e tranquilli signori. Sopra al terrazzo, manco a dirlo, si erge un alto palazzo.
E così, mi trovo in ginocchio su un tetto inclinato di tegole rosse, in pigiama e con due alci morbidose ai piedi, mentre un gruppo di assonnati spettatori mi guarda da dietro le tendine o sfacciatamente dalla finestra mentre anche io guardo giù in questo terrazzo e vedo quel deficiente di Yoda che mi renda lo sguardo e latra un distrutto “Miaaaaaaaaaaoooooooouuuuuu”.
In quel momento esce la proprietaria del terrazzo e mi trova in questa infelice posizione.
“’giorno, guardi mi è cascato il gatto sul suo terrazzo, non è che potrei venire a prenderlo?”
“me lo diceha immimarito che sentiha un gatto miagolare”
(per inciso, la stanza da letto del signore affacciava direttamente sulla laringe di Yoda).

Esco in pigiama (ma senza alci) per andare dai vicini ed incontro lo sguardo stupito di un paio di passanti attratti dal disegno psichedelico dei miei pantataloni (“E’ un pigiama, signora, non penserà mica che vada in giro conciato così, eh?").
Non appena arrivo nel terrazzo, mi avvicino al gatto e lui si allontana.
“Guarda- attacca la vecchietta- scappa anche daissupadrone”.
Scappa? Ti faccio vedere io, ti faccio: mi accovaccio all’altezza del gatto ed allungo una mano verso di lui. Yoda si blocca e mi annusa un dito.
“Maaaaaaoooooooooooo”.
Mi salta in collo e comincia a fare le fusa. Quasi quasi piange dalla commozione.
Cretino d'un gatto!
Lo guardo meglio mentre mi si struscia addosso.

Ha gli occhi di Tom Hanks alla fine di Cast Away.

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